Asclepiadaceae
La famiglia delle Asclepiadaceae costituisce un grande gruppo comprendente circa 1700 specie. Si tratta di piante erbacee, liane e più raramente di alberi, caratterizzati da foglie opposte, semplici e senza stipole. Talvolta presentano un habitus xeromorfo, con fusti succulenti e assenza di foglie, in relazione all’adattamento agli ambienti aridi.
I fiori sono ermafroditi ed attinomorfi, pentameri, disposti in infiorescenze cimose. Il calice è formato da 5 sepali più o meno liberi e la corolla, formata da 5 petali scarsamente concresciuti, è spesso caratterizzata da una corona di derivazione corollina o staminale. L’androceo è costituito da 5 stami generalmente saldati con i filamenti tra loro e al gineceo a formare il ginostegio; gli stami possiedono un’appendice che forma la coronula che si aggiunge alla corona corollina quando questa è presente. Il gineceo è formato 2 carpelli formanti un ovario supero o, talvolta, semi-infero; gli stili sono riuniti e portano 5 stimmi separati da masserelle di secrezione (traslatori) che svolgono importanti funzioni nel corso dell’impollinazione entomogama, determinando l’adesione del polline, riunito in pollinii, agli insetti pronubi.
Il frutto è il follicolo ed i semi sono provvisti di peli per il trasporto aereo. L’impollinazione è entomogama. Per attrarre i pronubi, in alcune specie i fiori emanano un odore cadaverico.
In Italia sono presenti poche Asclepiadaceae e la maggior parte di esse vive al sud e nelle isole. Tra le specie della nostra flora ricordiamo Periploca angustifolia,
![]() Periploca angustifolia Giip (Palermo) – Natura Mediterrraneo |
presente in ambienti molto aridi nelle isolette del Canale di Sicilia; Caralluma europaea, con habitus xeromorfo, presente in Italia soltanto a Lampedusa;
Caralluma europaea |
Vincetoxicum hirundinaria dei boschi e dei cespuglieti della Penisola, dove un tempo era utilizzata come pianta officinale.
![]() Vincetoxicum hirundinaria Andrea Moro – Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste |
CLASSIFICAZIONE
In assenza di fiori è molto difficile stabilire a quali specie e spesso anche a quale genere appartenga la pianta. I generi con succulenza appertenenti alla famiglia delle Asclepiadaceae sono le Tribù 1, 3, 4, 5, 6.
TRIBU’ 1:
Periploceae
Un solo genere: Raphionacme. Piante caudeciformi. Filamenti liberi, polline granuloso.
Raphionacme burkei |
TRIBU’ 3:
Cynancheae
Generi: Cynanchum, Sarcostemma. Piante rampicanti o cespugli cilindrici e più o meno carnosi. Filamenti uniti o stami sessili, polline conglutinato in pollinii o pollinodi. Pollini penduli.
Cynanchum pachycladon |
![]() Sarcostemma intermedium |
TRIBU’ 4:
Marsdenieae
Unico genere: Fockea. Piante in modo massiccio caudeciformi. Filamenti uniti o stami sessili, polline conglutinato in pollinii o pollinodi. Pollini eretti. Antere provviste di una larga appendice membranosa.
Fockea edulis |
TRIBU’ 5:
Ceropegiae
Due generi con caratteristiche differenti: Ceropegia e Brachystelma. La Ceropegia ha tubo della corolla lungo più del doppio del suo diametro mediano con i lobi usualmente riuniti alla loro sommità . Il Brachystelma ha il tubo della corolla lungo meno del doppio del suo diametro mediano, lobi liberi. Entrambi sono piante caudeciformi con rami molto sottili erbacei la Geropegia e germogli non succulenti il Brachystelma.
Barchystelma meyeranum |
Ceropegia linearis ssp. woodii |
TRIBU’ 6:
Stapelieae
I generi sono: Caralluma, Duvalia, Echidnopsis, Edihcolea, Hoodia, Huernia, Huerniopsis, Orbea, Pectinaria, Piaranthus, Pseudolithos, Pseudopectinaria, Rhytidocaulon, Stapelia, Stapelianthus, Stapeliopsis, Tavaresia, Trichocaulon, Whitesioanea.Fusti succulenti con foglie ridottea squame o assenti tranne nella specie Caralluma frerei. Il tubo della corolla lungo meno del doppio del suo diametro mediano, lobi liberi.
Caralluma frerei sin. Frerea indica |
Duvalia corderoy |
Hoodia gordonii |
Pseudolithops migiurtinus |
Stapelia divaricata |
Trichocaulon cactiformis |
Per tutte le Asclepiadaceae bisogna prestare attenzione alle innaffiature, non si deve mai eccedere, sono facilmente soggette a marciume. Per questa ragione occorre ispezionare regolarmente le nostre piante e se ci accorgiamo della presenza sugli steli di macchie scure, bisogna intervenire subito aportando tutta la parte marcia fino ad incontrare la parte verde. È bene cospargere la superficie pulita con fungicida specifico lasciando la pianta su piano fin tanto che le ferite si cicatrizzano. Alcuni coltivatori consigliano di innaffiare regolarmente la pianta con un funghicida liquido nelle dosi consigliate (Chinosol, Cheshunt compound) oppure con funghicida sistemico nella stagione di maggiore irragazione. Non voglio confutare quanto ho detto in precedenza, ma sarebbe sempre meglio evitare di arrivare a misure drastiche (occorre spesso avere il patentino per irrorare certi crittogamici). Un consiglio, evitare di bagnare i rami e preoccuparsi se l’acqua stagna nel vaso o nel sottovaso. È possibile seminare le Asclepiadaceae come si fa per le cactaceae, specialmente per le Hoodia, Tavaresia, Tricocaulon in quanto le talee di queste specie radicano difficilmente. Il seme germoglia dopo circa 5 giorni e dopo un anno si hanno piante abbastanza grandi per non subire “stress” da rinvaso.
Dal libro di Gordon Rowley “Piante grasse” – editore Zanichelli alla voce:
Coltivazione
Alcune Stapelia, quali Hoodia crescono nel deserto in pieno sole e sono straordinariamente resistenti alla siccità. Qusi tutte, però cercano l’ombra e si nascondono, come Ceropegia, sotto i cespugli cosicché è difficile notarle; per qualche motivo i botanici che le cerca deve spendere parte del suo tempo nella rimozione dei cespugli. In coltivazione sono piante particolarmente delicate e vanno quindi trattate con estrema cura. Sebbene alcune siano abbastanza resistenti, come Orbea variegata che vegeta bene su un davanzale assolato o in una fresca casa in compagnia di cacti, quasi tutte vegatano con una temperatura invernale minima di circa 10 ° C. Rispetto ad altre succulente, esse sono più soggette al marciume (anche in precedenza si è ribadito questo concetto) che è visibile sia sotto forma di macchie nerastre che di un annerimento della base dello stelo che avvizzisce, così che un cespo viene rapidamente ridotto ad una manciata di talee. È necessario ispezionare regolarmente la pianta e, non appena si vedono i segni del marciume, occorre asportarel’area interessata fino a giungere al tessuto verde. cospsrgere la superficie di fiori di zolfo o di altri fungicidi in polvere e lasciare le piante e le talee su di un ripiano asciutto ed arieggiato in modo che le ferite si possono cicatrizzare. Vedere quando detto in precedenza riguardo ai tipi di funghicidi. Si segnala che spesso per prevenire, fenomeni di marciumi , specialmente per le specie di non facile riperimento, si usa fare innestisu tuberi di Ceropegia woodii.
Hoodia officinalis |
Orbea variegata |
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